Mostra d'Oltremare

Fuorigrotta - Napoli
Italia

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Il piano di recupero della Mostra d’Oltremare spa si inserisce in un generale processo di rinnovamento e trasformazione dell’ Ente Autonomo Mostra d'Oltremare (EAMO) promosso dall’attuale presidente, prof. Raffaele Cercola, che ha già visto, negli ultimi anni, il raggiungimento di alcuni obiettivi di rilievo; tra questi: il completamento dei lavori di restauro e la riapertura al pubblico dell’arena Flegrea e della piscina olimpionica, una vasta opera di riqualificazione, risanamento e recupero del patrimonio storico architettonico nonché del parco arboreo che arricchiscono l’area oggetto di studio, oltre alla trasformazione dell’EAMO in Mostra d’Oltremare S.p.a. il che consentirà una più moderna e dinamica gestione della Mostra proiettandola verso un rilancio economico e d’immagine.

Per la redazione del piano di recupero la Mostra d’Oltremare spa si è avvalsa della collaborazione del prof. Marcial Echenique, professore ordinario di "Trasporti ed Uso del Suolo" presso l'Università di Cambridge, dell’ing. Giuseppe Sarubbi, libero professionista e dell’architetto Marisa Zuccaro, direttore tecnico architettonico della MOM spa.

Lo scopo principale del piano di recupero è stato quello d’ identificare il modo migliore di adeguare i luoghi alle attività culturali, del tempo libero, dei congressi e delle fiere. A tal fine si è proceduto ad una analisi di fattibilità per il rilancio della Mostra D’Oltremare, ciò ha richiesto la preparazione di un “master plan” che delineasse il suo futuro per i prossimi dieci anni e la raccolta di tutte le necessarie informazioni che lo rendessero attuabile.

L’approvazione del piano di recupero produrrà benefici concreti e immediati alla Mostra d’Oltremare, rendendo possibile l'attuazione dei cambiamenti identificati come essenziali per la sua futura crescita consentendo di gestire in modo più efficiente tutte le attività economiche ad essa connesse.

Il piano di recupero è stato redatto ai sensi della variante al piano regolatore generale per la zona occidentale approvata con decreto del presidente della giunta regionale della Campania n. 4741 del 15 aprile 1998 che definisce il territorio compreso nell’ambito n.6 – Mostra, assoggettato a pianificazione esecutiva.

La superficie compresa nel piano di recupero consta di ha 62,86.

Le finalità che persegue il piano di recupero sono le seguenti:
- la tutela e il ripristino dell’integrità fisica e dell’identità culturale della Mostra, da conseguire attraverso la conservazione della conformazione naturale dei luoghi e il restauro dei manufatti di architettura moderna;
- il miglioramento delle condizioni economiche e sociali del territorio attraverso le ricadute occupazionali dirette e indirette determinate dalla valorizzazione del patrimonio immobiliare con la riqualificazione delle strutture non utilizzate;
- l’adeguamento delle dotazioni di attrezzature, dimensionate ai livelli di standard previsti dalle vigenti normative, con la realizzazione di spazi pubblici a verde e parcheggi.

L’obiettivo è quello di coinvolgere i visitatori in attività culturali e di svago attraverso la fruizione regolamentata delle sue bellezze paesaggistiche ed architettoniche, quali il Laghetto, il Teatro, la Torre delle Nazioni, l’Arena, il padiglione Libia, il padiglione cereali e coloniali, la piscina con il suo ristorante, il Cubo d’Oro, il parco faunistico, ecc., il tutto attrezzato con punti di ristoro e servizi. Gli edifici e le aree menzionate potranno essere anche impiegati occasionalmente per attività congressuali (Teatro, Arena, ecc.) o espositive di qualità (Cubo d’Oro, Torre delle Nazioni, padiglione dell’America Latina, ecc.). La Mostra D’Oltremare consentirà il libero accesso ai cittadini che vorranno visitarla anche in assenza di attività congressuali ed espositive in corso, nei tempi e nelle modalità che riterrà opportuno, per la salvaguardia del patrimonio culturale.

Obiettivo del piano di recupero è stato quello di raggiungere una migliore accessibilità e circolazione all’interno del territorio della Mostra sia per il pubblico che per gli operatori. Lo studio propone due iniziative fondamentali:
Creazione di strade di servizio ad uso degli operatori per migliorare il carico e scarico dei prodotti nei padiglioni espositivi. Questo libererà gli spazi all’aperto dall’uso ed abuso del parcheggio dei veicoli e dall’occupazione temporanea per stoccaggio merci. Il tutto renderà possibile la simultanea ed indipendente concomitanza di attività all’interno dei padiglioni e negli spazi aperti della Mostra.
Pedonalizzazione dell'intero parco della Mostra, in parte già realizzata; ciò consentirà di separare definitivamente i percorsi viari carrabili (per carico e scarico, per parcheggio, ecc.) da quelli pedonali, preservando la sicurezza dei visitatori, oltre che l'ambiente ed i manufatti architettonici di pregio.
Per l'area archeologica (via Antiniana e terme Romane) si prevede la tutela dei reperti archeologici e del verde esistente.
Il piano propone di destinare una vasta area della Mostra, in cui consentire l'accesso al pubblico, alla fruizione di attività sportive e culturali.
Verrà consentito l’accesso pedonale al pubblico per la fruizione di spazi come l’Arena e il Teatro Mediterraneo, che ospiteranno manifestazioni musicali e teatrali, la Torre delle Nazioni, il Padiglione del Lavoro in America Latina e il Cubo d’Oro, che verranno utilizzati come gallerie d’arte e spazi espositivi per arti visive di alto valore. Le aree accessibili al pubblico includeranno anche tutti gli spazi aperti circostanti gli edifici ed il parco che si sviluppa lungo la Strada Romana (Area archeologica).
Il Padiglione Libia potrà essere riconfigurato come spazi per il tempo libero in grado di accogliere servizi, negozi specialistici e punti di ristorazione.
Un sistema gratuito di navette a propulsione elettrica, a servizio dei visitatori e degli espositori, potrà collegare le diverse aree espositive.
Al fine di migliorare l’efficienza delle attività della Mostra d’Oltremare, finalizzate ad un parziale equilibrio economico della società, andranno modificate alcune destinazioni d’uso degli immobili.
Per migliorare l’efficacia e l’efficienza delle principali attività commerciali (espositive, congressuali e fieristiche), il piano di recupero prevede la realizzazione di nuove sale congressuali e l’adeguamento funzionale dei padiglioni esistenti allo scopo di adeguarli alle moderne esigenze fieristiche. A tale scopo occorrerà demolire una serie di costruzioni prive di valore storico e/o architettonico per sostituirle con altre attraverso interventi di ripristino filologico ed analogico nel rispetto delle norme dettate dalla variante al Prg per la zona occidentale.
L’intero territorio è suddiviso in unità minime d’intervento, singolarmente assoggettate a progetto unitario, per ciascuna delle quali il presente piano fissa, nel rispetto delle trasformazioni consentite dal Prg e dei titoli abilitativi all’esecuzione prescritti dalla legge, il dimensionamento dei volumi e delle relative funzioni nonchè i limiti di altezza.
Gli interventi di restauro e risanamento conservativo sono finalizzati alla tutela del bene, nella sua inscindibile unità storico-architettonica così come si è andata configurando nel corso del tempo e all’adeguamento degli edifici; essi devono salvaguardarne i caratteri storico-culturali, ambientali e in particolare tipologici, anche ove gli edifici abbiano subito trasformazioni o ampliamenti nel tempo e assicurarne la funzionalità con destinazioni d’uso compatibili. Gli spazi a verde pertinenziali ai manufatti di architettura moderna sono assoggettati a prescrizioni di tutela ambientale.
Diversi edifici possono essere adattati per ospitare attività seminariali e meeting. Tra questi il piano destina il padiglione della Marina Mercantile, già occupato dall'ISEF ed alcuni padiglioni (già locati dall’Università degli Studi di Napoli), sempre attraverso la realizzazione di opere di adeguamento, ad attività strettamente connesse alle funzioni congressuali, convegniste e scientifiche.
Gli interventi di ripristino filologico sono finalizzati alla ricostruzione dell’intero manufatto, o parti di esso, eventualmente demolito o crollato, purché sia possibile, attraverso fonti iconografiche, cartografiche, fotografiche e catastali, documentarne la consistenza certa.
Gli interventi di restauro e risanamento conservativo delle aree a verde e degli spazi liberi attrezzati sono finalizzati alla conservazione e tale obiettivo deve essere conseguito e garantito nel tempo, attraverso un processo di continua, programmata manutenzione. Nella scelta delle specie di alberi, arbusti, piante e fiori da sostituire periodicamente, è prescritto il mantenimento delle specie originali.
Le unità minime d’intervento 20 (nuovo hotel) e 40 (nuovo palazzo conferenze) comprendono immobili destinati a interventi di sostituzione. Tali interventi di ripristino analogico sono finalizzati alla trasformazione edilizia e urbanistica del territorio attraverso la demolizione e ricostruzione di interi corpi di fabbrica funzionalmente autonomi, nel rispetto del disegno dei lotti, degli isolati e della rete stradale.
Agli interventi di sostituzione si applicano inderogabilmente le norme di cui all’art.18 della legge 6 agosto 1967, n.765, come modificato dall’art.2 della legge 24 marzo 1989, n.122, relative alle quote minime di parcheggi pertinenziali da realizzarsi interrati in area adiacente il lotto d’intervento.
Nell'area adiacente l'area delle Serre Botaniche costruite nel '40 su progetto di C. Cocchia, demolite nei primi anni '80 si prevede un parcheggio interrato di pertinenza del nuovo hotel, la cui area di superficie sarà in parte sistemata a verde con uno schema planimetrico simile a quello dell'impianto del '40, in parte pavimentata al fine di alloggiare strutture temporanee per la ristorazione ed eventi vari connessi all'attività congressuale.
Nell'area di piazza Barsanti e Matteucci si prevede un parcheggio interrato di pertinenza del nuovo palazzo congressi, la cui area di superficie sarà in parte sistemata a verde con uno schema planimetrico simile a quello dell'impianto del '40.